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Cgil, emendamento salva Isab

Siracusa, 3 luglio 2022. L’ emendamento cosiddetto salva ISAB, di cui apprendiamo dalla
stampa in questi giorni, presentato dall’ On. Prestigiacomo, introduce un elemento
di prudente apertura rispetto ad uno scenario industriale estremamente complesso
che caratterizza il nostro territorio nell’attesa di scelte politiche che impattano
profondamente sull’intera area industriale e che suscitano tanta apprensione e
preoccupazione fra le diverse migliaia di lavoratori e lavoratrici coinvolti. Tuttavia, è
inusuale e del tutto singolare che la semplice richiesta di attivare un tavolo
interministeriale di confronto, finalizzato alla ricerca di soluzioni praticabili, debba
passare attraverso un emendamento approvato addirittura dalla Commissione
Bilancio della Camera dei Deputati come se il diritto di un territorio ( meridionale)
ad una interlocuzione con il Governo nazionale su un tema strategico di tale
rilevanza debba essere conquistato addirittura da un’intera Commissione
parlamentare. Ma tant’è. Adesso, si tratta di darne attuazione nel più breve tempo
possibile ( operazione non proprio agevole per gli step successivi che dovrà ancora
superare) dal momento che, come è noto, lo scorrere dei giorni non è una variabile
indipendente ma, al contrario, è un elemento drammaticamente contingentato. E
drammaticamente contingentato è il tempo che ci rimane per affrontare alla
Presidenza del Consiglio i fondamentali dell’intera questione industriale del nostro
Polo nell’ambito di una visione comune e di prospettiva futura ecocompatibile per
l’intera area. Da mesi chiediamo di sapere quali scelte di politica industriale intende
mettere in campo il Governo per il nostro insediamento petrolchimico, quale ruolo
intende giocare l’Eni, il più importante player di Stato fino ad oggi autentico
convitato di pietra, in che modo il Governo intende affrontare la rigenerazione
industriale nella direzione della decarbonizzazione, del risanamento ambientale,
delle bonifiche e del riutilizzo dei luoghi, chi fa che cosa e con quali risorse,
pubbliche e private, temi indispensabili per affrontare un cronoprogramma di
trasformazione nella direzione di un ecosistema industriale moderno, compatibile e
tecnologicamente avanzato all’interno di un credibile piano di rivoluzione
industriale. Interrogativi lasciati ancora insoluti dal Governo che alimentano tensioni
sociali, incertezze occupazionali e sfiducia nel futuro. Per queste ragioni abbiamo
mobilitato i lavoratori, le istituzioni e il territorio e continueremo a farlo fino al
raggiungimento dell’obiettivo. Lo abbiamo fatto il 10 giugno scorso con una grande e
partecipata manifestazione nell’area industriale e, in assenza di risposte convincenti
dalla politica e dal Governo, intensificheremo e allargheremo le alleanze e la
protesta cittadina nelle prossime settimane.

Il Seg. Gen. CGIL

Roberto ALOSI

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