Le industrie petrolchimiche e chimiche rappresenteranno ancora per anni settori strategici per la crescita e per lo sviluppo industriale del Sistema paese, costituendo il punto di partenza per moltissimi comparti industriali, rifornendoli di prodotti essenziali per la loro attività e per i loro manufatti. Per la natura di industria globalizzata il settore risente più di altri dei cambiamenti e delle incertezze legati alle diverse politiche economiche dei principali Paesi produttori.
Il settore deve essere orientato e supportato per garantire i necessari livelli di innovazione, puntando a prodotti che assicurino una maggiore sostenibilità ambientale, in linea con quanto previsto dalla nuova politica energetica prevista dal Piano Energia e Clima 2030 (PNIEC 2030). Il Polo industriale di Siracusa rappresenta un sistema produttivo che, concentra il 16,5% del valore aggiunto dell’industria di trasformazione della Regione Siciliana, contribuendo per oltre il 53% del valore aggiunto della provincia di Siracusa.
Nel Polo sono occupati circa 8000 lavoratori, ai quali si aggiungono quelli di tutti i servizi collegati ed i portuali per arrivare a più di 10000 persone.
L’area gravitazionale del Polo, con circa 780 kmq di superficie, si estende su circa 30 km di costa e coinvolge gran parte dei Comuni della Provincia con una popolazione che supera i 300.000 residenti. L’area è dotata di infrastrutture logistiche di primaria importanza gestite dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale (AdSP), come il porto di Augusta che è il primo porto italiano nel Mediterraneo per traffico energetico. Numerose sono le concessioni demaniali marittime rilasciate dall’AdSP del Mare Sicilia Orientale ai più grandi gruppi industriali del settore, i quali esercitano la propria attività avvalendosi dei pontili e delle aree demaniali marittime retrostanti e che rappresentano circa l’80% delle attività portuali.
L’evoluzione degli scenari globali, resi più complessi dalla crisi pandemica prodotta dal coronavirus e dalla guerra in Ucraina, hanno avuto come prima conseguenza, la vendita della raffineria ISAB S.r.l. di proprietà della Russa LUKOIL al gruppo cipriota Goi Energy, con il via libera all’operazione, con alcune prescrizioni e obblighi, da parte del Governo che ha esercitato le prerogative del golden power. Resta l’attesa per la formulazione di un piano industriale che per quanto ci riguarda deve prevedere investimenti in nuove produzioni che traguardino gli obiettivi legati alla transizione energetica in atto.
Ulteriori preoccupazioni sono legate alla vendita della Centrale termoelettrica di ERG che serve gli impianti nord di ISAB e VERSALIS, aprendo un altro interrogativo preoccupante sul futuro del petrolchimico siracusano.
Sull’intero polo, inoltre, rimane ancora forte la preoccupazione per la situazione di incertezza della vicenda che riguarda il sequestro del depuratore consortile IAS e dell’impianto della Priolo Servizi, che rappresenta una vera spada di Damocle sul futuro.
Quello che potrebbe essere un momento favorevole per cogliere l’opportunità ed il riscatto ambientale che la transizione energetica ed ecologica può rappresentare per il petrolchimico e l’intero territorio, potrebbe trasformarsi in una vera tragedia sociale se non verranno colte le opportunità del momento.
Lo stallo sui potenziali investimenti necessari per la riqualificazione, rigenerazione e riconversione del Sito, nella direzione di una giusta e graduale transizione, lamenta l’assenza di Politiche Industriali, di Fondi di finanziamento anche pubblici adeguati, di uno snellimento delle procedure burocratiche autorizzative. Il rischio principale deriva dalla stretta interconnessione esistente fra le aziende presenti nel Polo, tale che, nel caso in cui anche solo una di esse dovesse decidere di interrompere l’attività produttiva, pesanti ripercussioni graverebbero sull’economia dell’intero Polo (le raffinerie forniscono materia prima agli impianti chimici, assorbono gran parte della produzione elettrica e di gas tecnici, generando peraltro la parte più rilevante del traffico navale dei porti di Augusta e Siracusa). Le iniziative imprenditoriali, in fase di avvio, all’interno dell’area ZES Sicilia orientale, prossima al Polo, possono rappresentare un elemento sostanziale della crescita e sviluppo del territorio. È necessario, però, creare le condizioni per favorire azioni tese alla trasformazione dell’industria petrolchimica e chimica, con importanti e indispensabili investimenti sui processi di “decarbonizzazione”; nuovi investimenti e nuove imprese del settore da fonti rinnovabili possono rappresentare una grande opportunità climate neutral per il Polo e per il sistema economico regionale. Obiettivo condiviso è l’avvio di un piano di transizione energetica che confermi la vocazione produttiva e industriale del Polo, che può confermarsi quale Asset strategico nazionale ed Europeo e garantire occupazione e sviluppo.